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Event Type:
Exhibition
Location:
Fondazione Nivola, Via Gonare, 2, 08026 Orani NU, Italien
Date:
September 05, 2015 - November 05, 2015
Springs #1: PHILIP TOPOLOVAC. NIEMANDSLAND
05/09/2015
05/11/2015
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Springs # 1: PHILIP TOPOLOVAC. NIEMANDSLAND
a cura di Mark Gisbourne
5 settembre – 5 novembre
Opening: sabato 5 settembre ore 18:00
Il Museo Nivola presenta la prima edizione del ciclo Springs, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Banco di Sardegna, con la mostra “Niemandsland” dello scultore Philip Topolovac che verrà inaugurata sabato 5 settembre alle ore 18:00. Curato per il 2015 da Mark Gisbourne Springs è un programma di residenze per artisti, architetti e curatori che comprende l’elaborazione di un progetto a Orani seguito da un momento di confronto con il pubblico.
Philip Topolovac
Lo scultore Philip Topolovac è un artista interessato a disseppellire ciò che è stato nascosto e scartato, rivelando così una serie di materiali del passato che erano stati dimenticati, con le loro associazioni emotive; un gruppo recente di lavori riproduce le forme di satelliti tuttora in orbita. Il suo interesse per ciò che è stato scartato, comunque, non è finalizzato a una tassonomia archeologica. Non è il rimpianto nostalgico per un’utilità perduta. Piuttosto, la sua fascinazione per i primi satelliti, per oggetti che oggi vengono visti semplicemente come spazzatura spaziale, dal momento che girano intorno al nostro pianeta degenerando gradualmente finché ricadono nell’atmosfera, va intesa come struttura mentale della perdita estetica – come immaginazione rescissa. Lavorando in una varietà di linguaggi e pratiche scultoree, Topolovac crea modelli attentamente fabbricati che fonde in bronzo; ha inoltre sviluppato un particolare tipo di calchi di paesaggi in poliestere e fibra di vetro.
La sua scultura si interseca strettamente con la dimensione del paesaggio e con quella della fotografia. Fotografando pile di sabbia trovate nei cantieri in varie città europee, l’artista riesce a suggerire un senso di inattesa vastità. Fin dalle sue prime serie degli Aggregate (2007-2010), raffiguranti macchine fantastiche nascoste dietro i muri ed emergenti come escrescenze parassitarie, l’artista ha cominciato a evocare l’ansia generata da immaginarie tecnologie. Queste sculture futili (nel senso di prive di utilità), minuziosamente costruite, suscitano ansia e al tempo stesso sono straordinariamente attraenti.
Dopo gli Aggregate è stata la volta dei Modulites di cartone (2011), una serie di modelli di immaginarie parti meccaniche, in seguito fotografati e presentati come edizione autonoma in dodici elementi. Contrastano con questi lavori gli oggetti abietti disseppelliti nei siti bombardati di Berlino, esposti entro scaffalature come installazioni. Le sculture intitolate Airshaft Studies (2012) sono modelli basati sulla forma di alcuni straordinari condotti di aerazione della metropolitana in cui l’artista si è imbattuto durante una residenza a Praga. Queste singolari strutture architettoniche, nel loro stato consunto e devastato dai graffiti, sono oggetti al tempo stesso visibili e nascosti alla percezione dei passanti della città.
E’ il rapporto incrociato tra questi due filoni, dispendio cosmologico (perdita estetica) e disseppellimento di idee (il mondo dentro e fuori) che emerge nel progetto presentato al Museo Nivola, progetto che riflette anche l’importante svolta dell’artista verso la realizzazione di calchi di paesaggio. La mostra di Orani si incentra sulla materialità e l’immaginazione, l’immediatezza dell’incontro con un dato ambiente, e – più indirettamente – con gli stessi materiali organici e terrestri che hanno alimentato l’energia vitale e la passione di Costantino Nivola. Lo scultore Philip Topolovac si fonda sulla forza poetica di un’estetica della rigenerazione, la capacità dell’immaginazione di trasformare ciò che esiste intorno allo spettatore in un dato momento, tanto sottoterra quanto – per via allusiva – nello spazio planetario. Le sue opere rivelano le tracce nascoste di ciò che un tempo esisteva ma è stato esteticamente trasformato in qualcos’altro. In un altro senso ancora, i lavori in mostra esprimono tanto l’esplorazione quanto la ricerca, il ritrovamento e il riorientamento di ciò che si è trovato.
Mark Gisbourne
Philip Topolovac (1979), vive e lavora a Berlino.